Finiture Green

Il CMF designer esiste.
E secondo noi ha davanti un futuro brillante

Francesca Motta

Quando parliamo di CMF design molti addetti del settore sgranano gli occhi. L’acronimo di Colore, Materiale e Finiture – identifica quella pratica portata avanti da esperti che si occupano di individuare, per ogni progetto, le migliori soluzioni estetiche e funzionali, con una conoscenza sia tecnica che teorica.

L’attenzione verso questi temi è crescente con una conseguente necessità di doversi formare, anche a livello universitario. Come testata diamo il nostro supporto a diffondere il Master di I° livello “Sensibility Design for Eco-footprint” che prenderà avvio nella sua prima edizione il prossimo mese di novembre presso il Campus Design dell’Università di Firenze – DIDA, con sede a Calenzano (in provincia di Firenze). Come magazine crediamo fortemente nella informazione/formazione, trattando in ogni numero queste tematiche da un punto di vista tecnico. Abbiamo deciso di dare voce a chi questo mestiere lo pratica quotidianamente, interpellando esperti da diversi settori. Ne riportiamo un estratto.

CLAUDIA GILARDI

Oggi è consulente indipendente ma per anni in Italdesign si è occupata di CMF per settori diversi: automotive, mobilità ma anche industrial design.

In cosa consiste il suo lavoro?
Nel trasmettere e esaltare, attraverso la scelta delle cromie, dei materiali, delle sensazioni tattili, i valori che il brand vuole mettere in luce attraverso fasi progettuali ben scandite. Dall’individuare il target a cui è rivolto il prodotto, i principali concorrenti, il budget di riferimento e il timing per il lancio sul mercato, le aspettative del cliente. A questo segue la fase di realizzazioni di diverse proposte CMF tramite moodboard ispirazionali, render 2D o 3D, palette colori e virtual sample. Dopo la selezione del cliente, c’è la fase di affinamento a cui segue una sorta di “capitolato” dettagliato di ogni singolo elemento del prodotto con l’indicazione di tutte le specifiche per la realizzazione dei master sample. La fase di supervisione dei sample è poi fatta in stretta collaborazione con i fornitori – scelti dal cliente o su mio suggerimento – soprattutto quando si tratta di materiali e lavorazioni innovative.

Quali prospettive nel futuro per questa professione?
Questa professione ha un ruolo fondamentale, come consumatori non acquistiamo più un prodotto, ma un’esperienza del prodotto, che solo il design unito al CMF possono dare. Inoltre con l’evoluzione costante nel campo dei materiali e processi, Il CMF design sarà il principale propulsore per un futuro sostenibile.

CHIARA PIVA

Riveste il ruolo di Associate Color Finishing & Materials Designer presso Whirlpool Corporation.

In cosa consiste il suo lavoro?
Parte del mio lavoro è dedicato all’identificazione dei trend, attraverso ricerche socioculturali ed estetiche. Una volta identificata la giusta strategia di CMF, e dopo un’accurata attività di benchmarking, mi occupo di seguire lo sviluppo dei nuovi colori e finiture fino alla loro implementazione. Infine, creo moodboard visivi al fine di ispirare il cliente per meglio raccontare le scelte estetiche effettuate.

Quale il valore aggiunto della sua professione?
Il CMF design è in grado di apportare soluzioni alternative e innovative rispetto alle classiche tecnologie legate allo sviluppo prodotto. Attraverso delle buone scelte si è in grado di catturare l’attenzione del consumatore creando così una connessione profonda tra l’utente e il prodotto. Inoltre, attraverso un buon storytelling delle scelte di CMF, si potrà emozionare e attivare l’immaginazione dell’utente finale.

ANA CECILIA MONTIEL

Riveste la carica di Specification leader in Axalta Coating Systems Italy.

In cosa consiste il suo lavoro?
Supporto architetti, specialisti di facciate architettoniche, professionisti dell’edilizia e designer nella scelta del prodotto più adatto per i loro progetti. Li aiuto a scegliere colore, finitura e performance dei prodotti vernicianti insieme alla scelta più in linea con i loro requisiti di sostenibilità.

Quale pensa sia il principale valore aggiunto della sua professione?
Aiuto a rendere un cliente felice e sicuro dalla sua scelta e a evitare problemi in futuro per quanto riguarda per esempio garanzie o performance.

Quali prospettive nel futuro di questa professione?
Per me la principale prospettiva nel futuro è l’aumento della consapevolezza nella scelta dei materiali utilizzati nel design ma anche nella fase di produzione del prodotto.
Credo che più si andrà avanti e più ci sarà interesse a informarsi sui materiali, colori, finiture. Credo in un futuro di infinite scelte dove per spiccare dalle masse bisognerà studiare e capire bene cosa c’è e cosa serve per far in modo che il prodotto finale diventi speciale.

JUDITH VAN VLIET

È fondatrice di The Color Authority (TCA) e Vice President of Membership presso l’Executive Committee dell’associazione Color Marketing Group.

In cosa consiste il suo lavoro?
Come “catalizzatore” del colore, supporto i miei clienti nell’utilizzo del linguaggio del colore per connettersi al loro risultato finale. La mia competenza globale nel campo del colore, acquisita lavorando per diverse industrie del design, offre un grande valore nella scelta del colore giusto per un prodotto. Con la mia consulenza, la Color Authority, aiuto i miei clienti a sviluppare le tendenze cromatiche corrette per il loro mercato attraverso la narrazione e lo sviluppo di palette. TCA collabora con una rete globale di esperti affini che comprendono il potere del colore. TCA è anche il nome di un podcast che porta affascinanti conversazioni con alcune delle persone più ispiratrici nel mondo del colore.

Quale pensa sia il principale valore aggiunto della sua professione?
Il colore è l’inizio di tutto ciò che è vita e influenza le nostre scelte ed emozioni quotidiane. Scegliere il colore giusto per un prodotto o un servizio influenza enormemente il suo successo poiché il colore influisce su circa l’85% delle nostre decisioni di acquisto come consumatori. Circa il 5% delle nostre decisioni d’acquisto si basa sulla razionalità e sulla logica, mentre il resto avviene a livello inconscio, dove il colore svolge il ruolo principale.

MICHELE SEGHIZZI

È responsabile Ufficio Stile e Style Office Manager presso ANTRAX IT

In cosa consiste il suo lavoro?
Consiste nel supporto e affiancamento alla direzione artistica del brand, per elaborare strategie dal punto di vista dell’immagine, marketing, comunicazione e progettazione di prodotto. Il valore aggiunto del mio lavoro è stato quello di portare sul campo una metodologia di ricerca in grado di dare le giuste direzioni contemporanee, per la comunicazione e l’immagine dell’azienda.

Quale pensa sia il principale valore aggiunto della sua professione?
La figura di CMF & Trend Designer nel futuro dovrà essere una posizione che le aziende dovranno sempre più tener in considerazione, sia per conoscere la materia di progetto, sia perché grazie ad un approccio trasversale nella ricerca, compiendo analisi su più fronti di linguaggio e creando schemi precisi per l’impostazione delle strategie di comunicazione dell’immagine, si può arrivare a definire elementi cruciali per l’innovazione del brand e per il suo business.

FRANCESCO PEZZO

È Commercial Specification Manager presso PPG Architectural Coatings Italy.

In cosa consiste il suo lavoro?
Il mio ruolo consiste nel lavorare con aziende, architetti, designer e professionisti del settore edile per fornire informazioni tecniche e supporto nella scelta dei prodotti vernicianti e dei rivestimenti più adatti alle loro esigenze progettuali. Il commercial specification manager non si limita più al solo ruolo di “promotore”. Questo tipo di figura professionale è già obsoleta. Il ruolo richiede una grande flessibilità di azione anticipatrice delle richieste del mercato: interpretare e guidare il cambiamento sia verso l’interno che verso l’esterno. La parola che meglio descrive tale ruolo è “trasversalità”: un tecnico esperto che supporta le scelte progettuali, svolge attività di formazione, si relaziona con il mondo dei professionisti, istituzionale e degli ordini professionali, coglie i cambiamenti del mercato e li traduce in opportunità commerciali.

Quali prospettive nel futuro di questa professione?
Nel futuro mi piacerebbe nascessero delle associazioni di consulenza di alto profilo, di cui facciano parte esperti di aziende di settori merceologici differenti che collaborano insieme.

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