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il colore è “di moda”, ma lo è soprattutto negli spazi interni e nella relazione con la persona (abbigliamento, oggetti e complementi per la casa, ecc.). Lo spazio urbano non prevede, solitamente, un uso “contemporaneo” dei colori, né dei materiali.

Se da un lato ciò è comprensibile – nella relazione tra costruito e ambiente i colori dominanti sono limitati a quelli presenti in natura o nell’ambiente circostante, i grigi, gli azzurri, i verdi, i colori della terra – dall’altro evidenzia la mancanza di una cultura legata al progetto del colore (e dei materiali).

Nell’architettura il colore è soprattutto dato dall’identità dei materiali utilizzati nella costruzione che, insieme alla matericità della superficie, esprime la differente percezione dell’osservatore e l’idea di progetto. Come nel progetto dell’architetto Manuel Benedikter che utilizza il legno come base di una tavolozza di colori neutri che esprimono tutto lo spirito contemporaneo di un materiale senza tempo.

In questo caso il binomio legno-colore serve per creare continuità tra interno ed esterno senza uniformarsi alle soluzioni “convenzionali”.

L’aspetto sensoriale è essenziale per la percezione contemporanea delle superfici. Per questo serve, a nostro parere, una esplorazione delle potenzialità delle finiture, cioè dell’aspetto tattile delle superfici. Il colore, nel futuro, sarà sempre di più percepito insieme alla finitura, che attualizza – perché lo rende ogni volta “diverso” – la sua presenza, anche negli spazi urbani.