Attraverso la superficie percepiamo la realtà.
Questa frase è ancora più vera quando si tratta di architettura, di ambiente urbano, dove la scelta di colori e materiali ha un impatto che si trasferisce sul benessere della persona, sia come cittadino che come fruitore degli ambienti interni.
“Materiali” e “finiture”, ma anche “decorazione”, quando si tratta di superfici, sono termini che si sentono ripetere sempre di più. Nascono infatti anche manifestazioni fieristiche – a volte sono eventi che si rinnovano – che mettono l’accento sugli aspetti sensibili degli oggetti e degli spazi. Cresce l’esigenza di approfondire, di dibattere, di trovare nuove ispirazioni, principalmente per personalizzare e per rendere unici i progetti. Il costruito trae sempre più ispirazione dalla natura e dalle tecniche costruttive radicate nell’esperienza, ma consapevolmente le rielabora grazie alla tecnologia e alla consapevolezza delle sue potenzialità.
Finiture Green si pone l’obiettivo di costruire un ponte tra la tecnologia e le aziende che la sviluppano e i professionisti del progetto. Un ponte che desideriamo costruire insieme alle figure professionali che sono riuscite a integrare con successo la scienza dei materiali e la progettazione, intesa come relazione con le esigenze dei luoghi e della società.
Riteniamo che l’approccio tra due mondi ancora distanti possa realizzarsi attraverso la cultura, la formazione e l’apertura alle conoscenze e competenze che necessitano di uno scambio reciproco. I momenti di incontro sono fondamentali per approfondire argomenti spesso trascurati, appartenenti a sensibilità e competenze diverse: la capacità della tecnologia di produrre superfici e materiali altamente prestazionali spesso entra in conflitto con la visione dei progettisti che cercano chiarezza e verità sui materiali; d’altra parte, la necessità di durata richiede protezione e resistenza, e quindi tecnologia.
Ancora oggi, e soprattutto nell’era in cui le informazioni si diffondono rapidamente nella rete, l’ignoranza e i pregiudizi prevalgono, soprattutto quando si tratta di sostenibilità. Analizzare in profondità i processi generativi è difficile, e si rischia facilmente di incorrere nel “greenwashing”, la strategia comunicativa adottata per mascherare impatti ambientali spesso negativi.
C’è un’enorme potenzialità nei materiali che richiede una nuova visione progettuale e creativa per valorizzare le loro caratteristiche distintive e renderli riconoscibili.
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