La temporaneità delle costruzioni ha richiesto l’utilizzo in gran parte di tecniche costruttive “leggere”, e questa “leggerezza” si riflette sui concetti e le scelte che attraversano tutti i padiglioni, diventando espressione della trasformazione culturale che ha attraversato gli ultimi anni di crisi, e cambiato i concetti di benessere e di sfruttamento delle risorse delle società avanzate. Ha spinto anche a ridimensionare alcune considerazioni sui costi necessari a costruire una esposizione della (breve) durata di 6 mesi, e il risultato è, per la maggior parte dei padiglioni, la consapevolezza di poter esprimere le specificità di ogni paese con scelte di semplicità, evitando l’effetto “Las Vegas” analizzato da Venturi e Scott Brown a proposito degli Expo passate.
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