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Il cemento resta una risorsa strategica per il futuro del costruire

27 05 Cementeria_notte

L’analisi di Nicola Zampella, direttore generale di Federbeton, offre uno sguardo chiaro e attuale sullo stato del settore del cemento in Italia. Tra le crescenti pressioni derivanti dalla concorrenza extra Ue e l’urgenza di accelerare la transizione verso modelli produttivi più sostenibili, emerge la necessità di tracciare nuove frontiere per rendere il comparto sempre più green e competitivo.

D: Quali sono le novità di valore del settore?

Nicola Zampella: L’evoluzione tecnologica e il continuo impegno nella ricerca e nello sviluppo consentono di rispondere non solo alle esigenze funzionali e ambientali, ma anche alle esigenze estetiche. Alle caratteristiche più note di questo materiale si aggiungono così quelle proprietà che l’industria ha saputo sviluppare guardando al futuro.

Oggi con il calcestruzzo si può realizzare una pavimentazione urbana drenante, che permette il naturale defluire dell’acqua, una pista ciclabile fotoluminescente, capace di assorbire la luce solare e riemetterla di notte come fonte luminosa, una superficie fotocatalitica che, sfruttando il processo naturale della fotocatalisi, è in grado di favorire una più rapida decomposizione degli inquinanti.

Non va però dimenticato che in questo momento storico, più che in passato, la ricerca nel campo dei materiali da costruzione guarda alla sostenibilità come obiettivo imprescindibile. I cementi a basso contenuto di clinker rappresentano una delle più promettenti soluzioni per la riduzione dell’impronta carbonica. Questi cementi consentono infatti di ottenere una riduzione significativa delle emissioni, mantenendo elevati standard di qualità e prestazioni.

D: Possiamo dare qualche numero e percentuale di come si stanno muovendo le aziende italiane di questa filiera?

Nicola Zampella: La filiera italiana del cemento e del calcestruzzo è composta da circa 2.600 imprese, impiega oltre 35.000 addetti e genera un fatturato annuo di circa 13,3 miliardi di euro; il valore aggiunto prodotto supera i 3,3 miliardi. Nel 2023, pur in un contesto di incertezza macroeconomica, la filiera ha mantenuto una sostanziale stabilità, con un lieve incremento produttivo (+1%) rispetto all’anno precedente.

La tenuta del comparto è stata favorita dalla spinta delle opere pubbliche collegate al Pnrr, che hanno bilanciato la debolezza del settore residenziale privato. Tuttavia, si riscontra una preoccupante crescita delle importazioni di cemento e clinker, aumentate del +23% nel 2023, in particolar modo da Paesi extra-Ue.

Questo fenomeno riflette un problema strutturale di competitività: le imprese italiane operano nel rispetto di rigorose norme ambientali europee e sostengono costi elevati. Al contrario, i produttori extra-Ue non sono soggetti agli stessi obblighi, con una concorrenza che mina l’equilibrio economico e ambientale del mercato.

Le ricadute potrebbero interessare l’intero sistema socio-economico. Dipendere dalle importazioni significherebbe, infatti, instabilità nei costi e nei tempi di approvvigionamento, con rallentamenti nei cantieri. Inoltre, si rischierebbero la delocalizzazione delle emissioni in Paesi con obblighi ambientali diversi da quelli europei e incertezze sulla qualità e sicurezza dei materiali.

D: Quanto è sostenibile la filiera del cemento e quali azioni, in sintesi, si stanno portando avanti.

Nicola Zampella: La sostenibilità è uno dei capisaldi della strategia industriale della filiera rappresentata da Federbeton, costantemente impegnata nella ricerca di soluzioni e tecnologie per minimizzare gli impatti dei processi produttivi e ottimizzare il contributo dei materiali alla sostenibilità delle opere.

Cemento e calcestruzzo hanno un ruolo strategico nel costruire città sostenibili. A partire dalle caratteristiche di durabilità, alla possibilità di impiegare materiali riciclati o di essere riciclati a fine vita, fino allo sviluppo di materiali a basso impatto ambientale, questi possono dare un contributo fondamentale per costruire un futuro più sostenibile.

In tema di decarbonizzazione, il comparto ha sviluppato una dettagliata strategia in linea con gli obiettivi europei di neutralità carbonica entro il 2050. Questo percorso si basa su una combinazione di leve tecnologiche e organizzative che, in misura e tempi diversi, porteranno il settore alla carbon neutrality. Alcune azioni sono immediatamente disponibili, come il ricorso ai combustibili alternativi, mentre altre necessitano di una fase di sviluppo, come le tecnologie di cattura della Co2. Quest’ultima, in particolare, è un elemento cruciale della strategia, poiché nella produzione del cemento il 60-70% delle emissioni deriva da reazioni chimiche di processo non eliminabili. Complessivamente, per realizzare questa trasformazione sono necessari investimenti per 4,2 miliardi di euro, a cui si aggiungono 1,4 miliardi di euro di extra costi operativi annui.

27 05 Nicola Zampella

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