È una domanda apparentemente semplice, la cui risposta non è così scontata.
Se parliamo di marketing, tutti condividiamo l’idea che il colore sia una moda, non solo perché ce lo dicono Pantone e molte altri brand che designano il loro colore dell’anno, bensì perché è inevitabile che ciò di cui ci circondiamo, viene scelto anche per il suo colore.
Ma se parliamo di architettura, vale la stessa cosa? A seconda che si parli di esterno o di interno, qui si aprono due scenari differenti, che corrono su due rette parallele.
In esterno il colore di moda forse non esiste, ce lo dicono chiaramente anche le aziende produttrici. Non è tanto il colore che caratterizza le scelte, soprattutto negli ultimi anni, quanto invece i materiali, la tecnologia e le sue caratteristiche performative in termini di efficienza energetica e facilità di posa, per citarne un paio.
Non solo, i materiali hanno un colore, hanno una texture, ed è quella che deve essere valorizzata. La superficie dovrebbe esprimere la differente percezione dell’osservatore e l’idea di progetto, già al primo e fugace sguardo.
Se parliamo di interni, di oggetti, di arredi, il colore muta, cambia pelle e qui sì che il colore diventa un elemento fondamentale, soggetto anche a mode e tendenze, accompagnato sempre e comunque da uno storytelling più o meno efficace.